Ana Rossetti

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MadameWeb Staff
view post Posted on 13/3/2008, 19:48




Dei pubi angelici



Divagare
per il doppio corso delle tue gambe,
percorrere l'ardente miele pulito,
soffermarmi, e nel promiscuo bordo,
dove l'enigma nasconde il suo portento,
contenermi.
Il dito esita, non si azzarda,
la così fragile censura trapassando
- aderito triangolo che l'elastico liscia -
sapendo cosa lo aspetta.
Comprovando, infine, il sesso degli angeli




Inconfessabile





È tanto adorabile introdurrmi
nel suo letto, mentre la mia mano vagante
riposa, trascurata, tra le sue gambe,
e sguainando la colonna tersa
- il suo cimiero rosso e sugoso
avrà il sapore delle fragole, piccante -
presenziare all'inaspettata espressione
della sua anatomia che non sa usare,
mostrargli l'arrossata incastonatura
all'indeciso dito, somministrandogliela
audacemente con perfide e precise dosi.
È adorabile pervertire
un ragazzo, estrarrgli dal ventre
verginale quella ruggente tenerezza
tanto simile al rantolo finale
di un agonizzante, che è impossibile
non condurlo a sfinirsi mentre eiacula




Il mio giardino dei supplizi





Nel giardino segreto, sotto l'albero,
lentamente, molto lentamente, slegasti le mie trecce
e dopo, impetuoso, perché io sentii freddo
ed ostinata mi negavo, strappasti i miei vestiti.
Con un cordiglio di lungo rampicante
l'opaca organza che serviva da copriletto
alla culla comune, esperto mi cingesti.
Nella silenziosa ora, molto lontano dai genitori,
con succo di gerani la bocca mi tingevi
e braccialetti vegetali nelle mie esili caviglie
si attorcigliarono.

Ballai furiosamente.
Quale alone dietro di me rigonfiò la tunica,
intorno a te crescevano i cerchi dei miei segni.
Io, diversa tanagra, evasivo alloro
e tu quieto. Perfettamente quieto.
salvo il braccio con cui mi flagellavi.



Il giardino delle tue delizie





Fiori, frammenti del tuo corpo;
a me reclamo la sua linfa.
Stringo tra le mie labbra
la lacerante verga del gladiolo.
Cucirei limoni al tuo torso,
le sue durissime punte nelle mie dita
come alti capezzoli di ragazza.
La mia lingua già conosce le più morbide strie del tuo orecchio
ed è una conchiglia.
Essa sa del tuo latte adolescente,
ed odora delle tue cosce.
Nelle mie cosce contengo i petali bagnati
dei fiori. Sono fiori frammenti del tuo corpo.
 
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