Igay nel passato...

« Older   Newer »
  Share  
madamewebstaff
view post Posted on 28/3/2008, 03:10




La Questione Omosessuale è la quarta puntata de La storia proibita del 900 italiano, una serie di documentari sull’evoluzione dei costumi sessuali in Italia commissionata da Fox Channels Italy e trasmessa lo scorso febbraio da History Channel (canale 406 di Sky). Attraverso materiali di repertorio e interviste a noti storici, giornalisti e studiosi (Lorenzo Benadusi, Tommaso Giartosio, Enrico Oliari, Gianfranco Goretti, Franco Grattarola, Vincenzo Patané, Giovanni Dall’Orto, Stefano Bolognini, Daniele Scalise tra gli altri), in un’ora il documentario riesce a tracciare con dovizia di dettagli un excursus che attraversa quasi cent’anni di storia italiana.

A partire da Capri, che dalla fine dell’800 divenne una meta obbligata del turismo omosessuale per eccentrici stranieri, e dove nel 1902 scoppiò lo scandalo di Alfred Krupp, proprietario delle fonderie omonime in Germania, che venne accusato di corrompere la gioventù dell’isola e di organizzare orge omosessuali in una grotta che aveva acquistato allo scopo. Ma scandali scoppiavano anche senza che fossero imputabili alle “cattive influenze” di stranieri: a Bologna, nel 1908, il Resto del Carlino si occupò dell’indagine dell’Amministrazione Postale su fattorini “che consegnavano, oltre al telegramma, anche il loro corpo”; mentre l’anno dopo il Corriere della Sera riferì dello “scandalo dei Pompieri” della caserma dei vigili del fuoco di Milano, che si erano fatti notare indossando pellicce e mangiando in locali costosi; mentre in quindici vennero licenziati, i nomi dei gentiluomini che facevano loro visita non vennero mai fuori, ma la voce che tra loro ci fosse anche il figlio del sindaco portò alle dimissioni del padre e dell’intera giunta.




Sotto il fascismo, pur continuando a non essere fuorilegge (con la bizzarra motivazione che, dato che gli italiani erano un popolo praticamente immune da questo “vizio”, era inutile dedicargli un apposito articolo penale) chi creava “pubblico scandalo” con la propria omosessualità veniva punito con il confino: a Catania nel ’39 una sola retata ne spedì 45 nell'isola di San Domino nelle Tremiti. Oppure era usata dai servizi segreti come arma di ricatto politico per le persone altolocate – tra cui, si disse, il figlio del re d’Italia Umberto II. Ma anche con l’avvento della Repubblica, le cose non cambiarono di molto: mentre Visconti portava a teatro l’omosessualità, Pasolini veniva espulso dal Pci per “indegnità morale” nel’49; e mentre travestiti e trans diventavano visibili anche al cinema (qui Dominot, intervistato, racconta dei tempi della Dolce Vita), continuavano però a venire arrestati per “mascheramento” e talvolta a venire mandati al confino; e nel ’64, la famiglia di un ventiduenne che aveva scelto di convivere con il filosofo Aldo Braibanti, spedì il figlio in manicomio – dove venne “curato” con l’elettroshock – e denunciò il filosofo per “plagio”: al processo del ’68, Braibanti fu l’unico italiano condannato per questo reato (a 9 anni, poi ridotti a 4) nella storia della Repubblica. Simbolicamente, il documentario conclude il suo excursus nel 72, anno in cui i militanti del Fuori (acronimo per Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano) interruppero a Sanremo un congresso internazionale sulla “terapia delle devianze sessuali”: per la prima dei gay italiani apparivano pubblicamente per contestare le pretesa “scientificità” di una cultura che li etichettava come malati.
 
Top
0 replies since 28/3/2008, 03:10   270 views
  Share